Banyan

Queste crescono lentamente verso il basso finché giungono al suolo e vi penetrano, diventando, per aspetto e funzione, un vero e proprio fusto. Il nuovo tronco non va però a formare un albero indipendente ma funge da sostegno alla crescita e all’espansione in orizzontale della branca che lo ha generato. In questo modo il Banyan si allarga continuamente verso l’esterno raggiungendo dimensioni incredibili e, grazie all’enorme estensione della chioma, diviene un luogo di aggregazione umana per eccellenza. Quasi tutti i villaggi dell’India rurale hanno il loro Banyan, alla cui ombra si incontrano le persone per rilassarsi e parlare, oppure per tenere riunioni comunitarie.

Il concetto che sta dietro al disegno del tavolo ripropone la tradizionale funzione aggregativa dell’albero, offrendo un largo piano di appoggio capace di ospitare contemporaneamente fino a dieci persone, ed il principio strutturale che ne caratterizza la forma.

La struttura del tavolo è composta da sessanta elementi verticali troncoconici rastremati verso l’alto che dal piano del tavolo scendono fino a “fissarsi” a terra e, variando l’angolo di inclinazione l’uno rispetto all’altro, lasciano filtrare la luce attraverso le fenditure che si vengono a creare tra di loro nella parte sommitale, alleggerendone la percezione.

Tali elementi vengono ancorati per mezzo di viti ad un pannello alloggiato nello spessore del piano d’appoggio e ad esso fissato, in modo tale da garantire la continuità materica del tavolo, interamente composto da legno di noce.